Quando una donna è in dolce attesa, una delle principali preoccupazioni è garantire la salute del nascituro. La scienza medica offre diverse opzioni per analizzare la salute del bambino in via di sviluppo e accertarsi che la gravidanza proceda al meglio. Tra le più importanti tecniche diagnostiche prenatali, due metodi si distinguono per la loro efficacia e precisione: l’amniocentesi e il Test del DNA fetale. In questo articolo, esploreremo queste due metodologie e approfondiremo le loro differenze, vantaggi e svantaggi, per comprendere meglio quale possa essere la soluzione più adatta a soddisfare le esigenze delle future mamme e dei loro piccoli.

Cos’è l’amniocentesi?

L’amniocentesi è una procedura medica che coinvolge il prelievo di una piccola quantità di liquido amniotico intorno al feto, solitamente eseguita tra la 15a e la 20a settimana di gravidanza. Questo liquido contiene cellule fetali che possono essere analizzate in laboratorio per rilevare eventuali anomalie cromosomiche o genetiche. L’amniocentesi è spesso consigliata alle donne a rischio di avere un bambino con trisomia, come la sindrome di Down.

Cos’è il Test del DNA fetale?

Il Test del DNA fetale, noto anche come test di screening prenatale non invasivo (NIPT), è una tecnica di diagnosi prenatale più recente e avanzata. Questo test si basa sulla raccolta di campioni di sangue materno per analizzare il DNA del feto, che si trova in forma libera nel flusso sanguigno della madre. Attraverso questa analisi, è possibile rilevare con alta precisione diverse anomalie cromosomiche, come la trisomia 21 (sindrome di Down), la trisomia 18 (sindrome di Edwards) e la trisomia 13 (sindrome di Patau).

Differenze tra Amniocentesi e Test del DNA fetale

Le principali differenze tra l’amniocentesi e il Test del DNA fetale riguardano il metodo di esecuzione e l’accuratezza dei risultati. L’amniocentesi, essendo un metodo invasivo, comporta un piccolo rischio di aborto spontaneo, stimato intorno all’1%. D’altra parte, il Test del DNA fetale è completamente non invasivo e non comporta alcun rischio per la gravidanza.

In termini di precisione, il Test del DNA fetale è generalmente considerato molto affidabile, con una sensibilità superiore al 99% per la rilevazione delle trisomie 21, 18 e 13. L’amniocentesi, invece, ha una precisione del 100%.

Vantaggi e svantaggi dell’Amniocentesi e del Test del DNA fetale

Entrambi i metodi presentano vantaggi e svantaggi. L’amniocentesi, nonostante sia invasiva, è stata utilizzata con successo per decenni ed è in grado di rilevare diverse condizioni genetiche e cromosomiche. Tuttavia, i rischi associati possono essere fonte di preoccupazione per le future mamme. D’altra parte, il Test del DNA fetale è privo di rischi e offre un elevato livello di precisione nella rilevazione di specifiche anomalie cromosomiche.

Tuttavia, è importante notare che il Test del DNA fetale non fornisce una diagnosi definitiva, ma piuttosto una valutazione del rischio. In caso di risultati positivi, è spesso necessario confermare il test con un’ulteriore procedura, come l’amniocentesi, per ottenere una diagnosi definitiva. Effettuando il FetalDna Altamedica mette a disposizione l’amniocentesi gratuita qualora il test del dna fetale risultasse positivo.

Quando è consigliato il Test del DNA fetale?

Il Test del DNA fetale è particolarmente raccomandato per le donne a rischio di avere un bambino con trisomia, soprattutto se hanno superato la soglia dei 35 anni o se hanno una storia familiare di anomalie cromosomiche. Il test del dna fetale è in grado di individuare anche anomalie ex-novo, che compaiono anche senza una familiarità. Per questo si consiglia sempre di fare almeno il test base, anche in giovane età.

Inoltre, il test può essere consigliato quando un precedente esame di screening indica un rischio aumentato di anomalie fetali.

Come viene eseguito il Test del DNA fetale?

Il Test del DNA fetale è un processo semplice e sicuro. Un operatore sanitario preleverà un campione di sangue venoso della madre, solitamente tra la 10a e la 14a settimana di gravidanza. Questo campione di sangue verrà poi analizzato in laboratorio per identificare eventuali anomalie cromosomiche nel DNA fetale.

Conclusioni

La salute del bambino è una delle principali preoccupazioni delle future mamme, e le tecniche di diagnosi prenatale, come l’amniocentesi e il Test del DNA fetale, giocano un ruolo cruciale nella gestione di questa preoccupazione. Entrambi i metodi offrono vantaggi e svantaggi, ma il Test del DNA fetale si distingue per la sua precisione elevata e l’assenza di rischi invasivi. Tuttavia, è essenziale ricordare che il Test del DNA fetale fornisce una valutazione del rischio e che, in caso di risultati positivi, potrebbe essere necessaria un’ulteriore conferma tramite un metodo diagnostico più invasivo, che in Altamedica è gratuito se si effettua il FetalDna.

In definitiva, la scelta tra amniocentesi e Test del DNA fetale dipenderà dalle specifiche esigenze e preferenze della futura mamma, in collaborazione con il proprio medico. La salute della mamma e del bambino è una priorità, e l’utilizzo di queste tecniche diagnostiche avanzate può fornire una maggiore tranquillità e consapevolezza durante il periodo della gravidanza.

Se hai altre domande approfitta della consulenza gratuita messa a disposizione da Altamedica.


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